Dopo lesperienza vissuta, anche al professor Boeri appare chiaro ciò che molti sostengono da tempo: «Il vero punto da discutere è che la formula dellappalto integrato toglie ai progettisti ogni serio controllo e potere decisionale sul cantiere, sui costi, sui fornitori
Forse il mio unico errore è stato di accettare di lavorare entro questa formula
». In tre momenti larchitetto Boeri avrebbe potuto:
– rinunciare al primo incarico di consulenza per gli assetti urbanistici e architettonici offerto da Soru e Bertolaso come hanno fatto i colleghi Cucinella e Antonucci;
– rinunciare al secondo incarico di consulenza per il preliminare dato dalla Struttura di missione di Balducci essendo nota la scelta di appalto integrato su preliminare;
– rinunciare al terzo incarico di consulenza per il definitivo e lesecutivo affidato dallimpresa Anemone.
Se per il G8 possiamo comprendere lambizione di un progettista emergente legato alla propria terra di adozione e di vacanza, più difficile è accettare il reiterarsi delle consulenze affidate dalla politica con il pretesto dellurgenza che consentono di bypassare le procedure ordinarie e orientare gli appalti.
In ogni caso, facendo tesoro dellesperienza sarda, constatiamo il reiterarsi delle urgenze strategiche per il 150° anniversario dellUnità dItalia, per la ricostruzione dellAquila o per lExpo 2015 di Milano, dove alcuni emissari ministeriali e proprietari di aree sarebbero stati già in movimento. Pienamente daccordo con il direttore Boeri sulla differenza tra emergenza e urgenza, spiace constatare che dopo la più volte annunciata libera competizione per il masterplan dellExpo, lincarico sia stato affidato, anche in questo caso, tramite consulenza, della quale, come per la Maddalena, non è dato conoscere lentità. Ci sarebbe stato almeno un anno di tempo per bandire un grande concorso internazionale e svilupparne il risultato: Milano è stata scelta nel marzo 2008; lavvio dei lavori della «consulta architettonica» è del maggio 2009, la presentazione ufficiale del concept-masterplan con i render griffati Herzog & de Meuron risale al settembre 2009; la presentazione del dossier con il masterplan definitivo al Bie è del maggio 2010. Visto che lo sviluppo del masterplan è stato affidato allUfficio di piano e che i concorsi più volte sbandierati non arrivano, si potrebbe suggerire al neodirettore generale Giuseppe Sala, come indispensabile cambiamento di rotta, una competizione per visualizzare il dopo Expo.
Verificato che in Italia dagli errori non simpara, vorremmo offrire, grazie allesperienza maturata sul campo, un piccolo contributo per dimostrare che, anche seguendo le attuali leggi dello Stato sui lavori pubblici, si può realizzare unopera di qualità in tempi brevi e con costi ragionevoli. A titolo esemplificativo, suggeriamo lopportunità di bandire un concorso modello aperto a tutti che in 60-75 giorni, con procedure ordinarie, porti alla proclamazione del vincitore e allaffidamento dellincarico. Se poi, simbolicamente, fosse Soru, nella veste di «patron» di Tiscali, lo sponsor o il co-finanziatore di una piccola opera di utilità pubblica, per esempio alla Maddalena, allora immaginiamo lentusiasmo del Sindaco Angelo Comiti, dei maddalenini e degli architetti internazionali che parteciperebbero ammirati. Il progetto vincitore (riqualificazione degli spazi urbani, nuova edilizia sociale, recupero del fortino napoleonico di Punta Rossa
) potrà essere realizzato, sempre e soltanto con procedure ordinarie, in meno di un anno. Altri concorsi seguiranno e nuove opere verranno costruite dal Comune con i soldi che il presidente Cappellacci otterrà dai risarcimenti degli illeciti per i lavori del G8.
Da esempio di ordinaria corruzione, La Maddalena potrebbe diventare il modello trasparente del riscatto italiano. Un catalogo potrebbe documentare questo «sforzo collettivo», mentre «Domus», stavolta, non potrà rifiutare la pubblicazione dellarticolo riparatorio di Koolhaas sulla vera storia delle due Italie: sistema gelatinoso vs rispetto delle regole. Soltanto allora tutti i dibattiti promossi dagli autorevoli critici sui grandi temi cari ai politici, agli architetti e ai cittadini (trasparenza, competizione virtuosa, qualità e costi delle opere
), non solo nella costosa scatola di cristallo del G8 fantasma, potranno fondarsi sulla controprova tangibile da offrire ai nostri amministratori e a taluni funzionari governativi.
Articoli recenti
- Design biofilico: quando la natura incontra l’architettura 20 Giugno 2025
- Shanghai, semi di cultura tra finanza e gentrification 18 Giugno 2025
- Pierre Nora (1931-2025) 18 Giugno 2025
- Archi lignei e pannelli traslucidi. Il Serpentine 2025 è una capsula poco vivace 17 Giugno 2025
- Ritratti di città. Tokyo, grande e piccolo nella metropoli che non si ferma 16 Giugno 2025
- Il paesaggio: progetto culturale e utopia del buon vivere 15 Giugno 2025
- Versailles, quanta vita nella città palazzo 11 Giugno 2025
- Expo di Osaka, la ricetta della felicità è un grande Ring in legno 11 Giugno 2025
- Ordine e caos nel giardino mediterraneo 10 Giugno 2025
- Architetti intellettuali e italofilia novecentesca 10 Giugno 2025
- Venezia, Roma e Ferrara per festeggiare un trentennale 4 Giugno 2025
- Il Maxxi compie 15 anni: festa tra design, arte e stadi 2 Giugno 2025
- Victoria&Albert: il museo è un deposito, e viceversa 1 Giugno 2025
- Conflitti e informalità contro le disuguaglianze 30 Maggio 2025
Tag
Edizione mensile cartacea: 2002-2014. Edizione digitale: dal 2015.
Iscrizione al Tribunale di Torino n. 10213 del 24/09/2020 - ISSN 2284-1369
Fondatore: Carlo Olmo. Direttore: Michele Roda. Redazione: Cristiana Chiorino, Luigi Bartolomei, Ilaria La Corte, Milena Farina, Laura Milan, Arianna Panarella, Maria Paola Repellino, Veronica Rodenigo, Cecilia Rosa, Ubaldo Spina. Editore Delegato per The Architectural Post: Luca Gibello.
«Il Giornale dell’Architettura» è un marchio registrato e concesso in licenza da Società Editrice Allemandi a r.l. all’associazione culturale The Architectural Post; ilgiornaledellarchitettura.com è un Domain Name registrato e concesso in licenza da Società Editrice Allemandi a r.l. a The Architectural Post, editore della testata digitale, derivata e di proprietà di «Il Giornale dell’Architettura» fondato nell’anno 2002 dalla casa editrice Umberto Allemandi & C. S.p.A., oggi Società Editrice Allemandi a r.l.
L’archivio storico
CLICCA QUI ed effettua l’accesso per sfogliare tutti i nostri vecchi numeri in PDF.
© 2025 TheArchitecturalPost - Privacy - Informativa Cookies - Developed by Studioata